Quello che il governo non dice sulla morte degli otto italiani in Etiopia

Quello che in governo non dice sulla morte degli otto italiani in Etiopia

Le verità nascoste su una vicenda terribile.

In un paese che ad ogni tragedia innalza i propri connazionali morti come delle vere icone, fa discutere, e non poco, l’atteggiamento del governo.

In modo particolare fa discutere come i capi del governo non abbiano mai menzionato il ruolo che ricoprivano gli otto italiani morti e l’incredibile lavoro umanitario che facevano nel vecchio continente.

E’ evidente il forte imbarazzo di questi politici. Hanno dichiarato sin dall’inizio delle loro campagne elettorali, quanto fosse se non inutile sicuramente superfluo, dedicare la propria vita agli ultimi del terzo mondo.

Tagli agli aiuti umanitari

Non a caso tra le cose che il governo ha fatto, c’è stata quella di tagliare i fondi alle cooperazioni che si occupavano di aiuti umanitari.

Nell’ultima legge di bilancio hanno approvato questo taglio.

Stupisce che non una parola dei nostri leader sia stata pronunciata per ringraziare quegli otto uomini. Uomini che ci hanno resi orgogliosi di essere italiani, che ci hanno fatto sentire più umani e più solidali.

Ringraziamoli per aver messo un pezzo della loro vita nel vecchio continente e per essersi distinti.

Per aver agito concretamente ad aiutare gli ultimi del mondo.

Un esempio di bontà d’animo non indifferente. Non come i nostri politici chiacchieroni che parlano parlano ma non hanno cambiato nulla né sul territorio nazionale né sul piano internazionale.

Ai fondatori e tesorieri della onlus Africa Tremila, al fondatore e presidente del Comitato Internazionale per Lo sviluppo dei Popoli, all’assessore dei beni culturali di Palermo e a tutti quegli italiani che concretamente si sono occupati di “aiutarli a casa loro”, va la nostra più profonda gratitudine.

Exit mobile version