Incinta a 11 anni dopo una violenza sessuale, la giudice le nega l’aborto: “Devo proteggere il feto”.
A una bambina di 11 anni, vittima di stupro, è stato impedito di abortire dai medici e dalla giudice che ha provato a convincerla a portare avanti la gravidanza.
La vicenda ha scosso il Brasile e posto nuovamente l’accento sul tema dell’interruzione di gravidanza.
La vicenda denunciata da The Intercept Brasil che ha raccontato il calvario vissuto dalla bambina.
La stessa che lo scorso anno, a soli 10 anni, è rimasta incinta dopo essere sopravvissuta a uno stupro.
Dopo aver maturato la decisione di interrompere la gravidanza si è trovata dinanzi al rifiuto dei medici che hanno detto no a un aborto alla 22esima settimana.
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Incinta a 11 anni dopo una violenza sessuale, la giudice le nega l’aborto: “Devo proteggere il feto”.
A questo punto la famiglia della bambina si è rivolta a un tribunale incontrando sul proprio cammino la giudice dello Stato di Santa Catarina, Joana Ribeiro Zimmer, che non solo ha impedito l’aborto ma ha anche messo in atto un’opera di dissuasione nei confronti della bambina invitandola a “resistere ancora un po’” per salvare il bambino e suggerendole anche di scegliere un nome.
La famiglia si è così rivolta a un avvocato che potesse rappresentarli nel ricorso che hanno poi fatto per la decisione del tribunale.
E mentre alcuni attivisti anti-abortisti affermano che il ministero della Salute non consente l’interruzione oltre la ventesima settimana.
L’avvocato della famiglia e altri suoi colleghi hanno sottolineato con fermezza che la legge non impone alcun limite.
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La notizia confermata in una nota dai pubblici ministeri federali dello stato di Santa Catarina.
Sulla vicenda si è espresso anche il presidente Jair Bolsonaro:
“Noi non siamo in alcun modo conniventi con un crimine barbaro come lo stupro né siamo interessati alla sofferenza di un bambino di 11 anni “.