Allarme colera: «È iniziata l’epidemia». Ecco i sintomi e i rischi per l’Italia.
Allarme colera, a Mariupol starebbe scoppiando un’epidemia alimentata anche dal caldo.
Ma quali sono i sintomi a cui prestare attenzione e i rischi per l’Italia? Entriamo nel dettaglio.
Allarme colera: «Epidemia in corso». Ecco i possibili rischi.
Mentre in Ucraina si continua a combattere nella zona orientale del paese, nel sud a Mariupol la situazione sanitaria starebbe degenerando.
Nel centro conquistato dai russi dopo un lungo e sanguinoso assedio, sarebbe esplosa un’epidemia di colera.
Tanto che il governo di Mosca avrebbe iniziato a mettere in quarantena ampie parti della città.
Come riportano fonti ucraine, a Mariupol mancano cibo e acqua, mentre i corpi delle vittime si starebbero accumulando in città.
Il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko ha lanciato l’allarme alla tv ucraina, affermando che la città si sta preparando all’emergenza.
Sta scoppiando davvero un’epidemia di colera? E quali sono i rischi per l’Italia? Entriamo nel dettaglio.
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Allarme colera a Mariupol, ecco cosa sta succedendo.
Allarme colera a Mariupol. Mentre nel quadrante est dell’Ucraina si continua a combattere, nella città del sud – caduta nelle mani dei russi dopo un lungo assedio – la situazione sanitaria desterebbe grande preoccupazione. Il consigliere del sindaco Andryushchenko ha affermato: «La parola colera si è sparsa tra gli ufficiali della città e i loro supervisori.
Per quanto ci riguarda, l’epidemia è già iniziata».
Il giornale Kyiv Indipendent, citando il ministero della Sanità ucraino, ha rivelato che le sepolture di massa e l’accesso limitato all’acqua potabile stanno alimentando il rischio di colera.
I primi casi sospetti sarebbero stati registrati già il primo giugno. E, complice anche il caldo, la situazione potrebbe velocemente peggiorare.
Il vice ministro della Salute ucraino, Igor Kuzin, ha spiegato: «A causa delle sepolture di massa e della mancanza di accesso all’acqua potabile comprendiamo che i rischi aumenteranno gradualmente data la temperatura dell’aria, perché il caldo può contribuire alla diffusione di malattie infettive».
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La situazione è dunque potenziale esplosiva e i russi avrebbero iniziato a mettere in quarantena parte della città.
Continua Andriushchenko: «La gente sta invano in fila per sei ore nel caldo e al sole.
Non c’è acqua potabile e non è possibile reperirla da nessuna parte nel territorio.
Negli ultimi giorni ogni ora almeno dieci persone vengono portate in ospedale per svenimento. La puzza che giunge dall’obitorio, a 200 metri di distanza, diventa ogni giorno più intensa»..
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