Affittano la casa per girare l’Italia in camper, ma il Covid travolge i piani.

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Affittano la casa per girare l’Italia in camper, ma il Covid travolge i piani.

 

Affittano la casa per girare l’Italia in camper, ma il Covid travolge i piani.

Una famiglia formata da padre, madre e due bambini di 2 e 4 anni, dopo aver perso il lavoro era partiti da Mestre verso gli inizi settembre per la Sicilia.

La famiglia voleva tornare, ma il problema è che la loro abitazione è occupata.

Piove da sette giorni, ma i bimbi continuano a saltare felici sul letto da ore, riempiendo di domande i genitori. Hanno maschera e mantello da super eroi e intanto domandano sulle prossime tappe.

Si guardano in faccia i genitori, perché non sanno cosa succederà adesso.

Inizialmente, la loro impresa avrebbe dovuto portarli a Capo Nord, ma la chiusura delle frontiere ha imposto un ridimensionamento del loro viaggio.

Affittano la casa per girare l’Italia in camper, ma il Covid travolge i piani.

Sono partiti da Mestre verso gli inizi di settembre verso la Sicilia, regione che avrebbero dovuto raggiungere sei mesi dopo, alla fine di un viaggio in giro per l’Italia.

L’intera famiglia con lo zaino in spalla, è stata sorpresa dalla seconda ondata di virus, dalle prime restrizioni, dalle regioni gialle, rosse e arancioni.

I quattro non si sono scoraggiati, scegliendo posti deserti e immersi nella natura e muovendosi oltrepassando i confini delle regioni percorribili.

La loro casa?

Un camper, dove Giorgia Maroni, il compagno Alberto Perin e i figli Alvise, 4 anni, e Simone, 2, vivono da più di tre mesi. Il tutto è iniziato con il licenziamento di papà Alberto, che spiega: “A marzo ho saputo che il mio contratto nel settore delle automotive non sarebbe stato rinnovato.

Giorgia si era licenziata un anno fa per seguire i bimbi piccoli. È stato lì che abbiamo deciso di mollare tutto e di partire per questa avventura che avrebbe rafforzato ancora di più la nostra famiglia. Per finanziare il viaggio, abbiamo messo in affitto casa nostra: qualche centinaia di euro per coprire le spese».

La storia somiglia tanto a quella di un film: Gaeta e Sperlonga, il pesce comprato alle aste, l’appuntamento ogni sera con il tramonto sul mare, la Basilicata e il pane fatto in casa, Matera, Maratea, Venosa, la Puglia e gli anziani che pescano i polpi, il bagno a novembre, gli occhi stupiti dei bimbi e gli schizzi delle cascate delle Marmore. Tante altre storie e aneddoti.

Alberto continua dicendo: “Arrivati in camper a Cisterna di Latina ho raccontato ai miei figli che quelle sono le terre in cui è nata nonna, che prima di morire mi raccontava sempre di quel giorno in cui, passeggiando con suo fratello, scoprì il mare e si mise a pescare i cefali con le mani.

Lo abbiamo fatto anche noi, anni e anni dopo, in riva a quello stesso mare».

Il Covid, però, ha stravolto i piani della famiglia, dato che dopo Puglia, Molise, Umbria, Lazio, Toscana, Campania e Basilicata, è arrivata l’Italia dei colori rosso, arancione e giallo, i colori delle restrizioni. «Ci mancavano pochissime regioni, tra le quali la Sicilia. Una rapida riunione di famiglia scatta mentre siamo seduti sul letto. Le notizie della seconda ondata di virus ci hanno convinto a tornare lentamente verso il Veneto, dove però la nostra casa è occupata. Attraverso le zone gialle, siamo arrivati in Trentino, ora siamo fermi qua».

Ed è qui in Trentino che Alberto con la sua famiglia trascorrerà il Natale.

Continua Alberto: “Lo passeremo in famiglia, isolati ma felici, ripensando a tutte le persone che abbiamo incontrato, ai paesaggi che abbiamo fatto ammirare ai nostri figli”. Aggiornano la loro pagina Instagram, dal nome “Camp-Eroi”, diventata un po’ un diario di bordo del loro viaggio. “In questi tre mesi abbiamo scoperto posti magnifici. Abbiamo rinunciato ai supermercati, scegliendo di acquistare cibo da produttori locali, visitando piccole botteghe per scoprire le specialità del territorio, cucinando con gli occhi al cielo per vedere le stelle”. Alcuni li chiamano “nomadi moderni”.

Alberto commenta

: “La definizione ci piace. Di certo, abbiamo voluto insegnare qualcosa ai nostri figli: nessuna impresa è impossibile, soprattutto se l’obiettivo è quello di allargare i propri orizzonti e in un certo senso di arrangiarsi, di navigare a vista come marinai. Ci piacerebbe che i nostri figli ricordassero questo periodo che in qualche modo ci ha cambiato, e che ne parlassero ai loro compagni di scuola, un giorno”.

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