Doxiciclina per curare il tumore al seno.
Sperimentata prima “in vitro” a Manchester e poi “in vivo” su pazienti arruolate a Pisa, la doxiciclina ha dimostrato di contrastare il cancro al seno.
La Doxiciclina, antibiotico ad ampio spettro, è adoperato in medicina dagli anni ’70. Si usava per curare una vasta gamma di infezioni batteriche tra cui: tonsilliti, cistiti, uretriti, nefriti, broncopolmoniti, otiti e sinusiti.
In un secondo tempo ha iniziato ad essere utilizzato per la cura dell’acne.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato la sua efficacia nella cura contro il cancro al seno.
Lo Studio sul farmaco
Hanno condotto lo studio su questo farmaco i dottori Antonio Giuseppe Naccarato e Cristian Scatena, ricercatori italiani presso l’Ateneo di Pisa , con la collaborazione degli scienziati della University of Salford di Manchester, in Gran Bretagna, il Centro Senologico dell’Aoup e la Fondazione pisana per la scienza onlus.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in oncology.
I ricercatori dell’University of Salford, coordinati dal professor Michael P. Lisanti, studiavano da tempo gli effetti di questo farmaco in modelli tumorali “in vitro”, riconoscendo come l’antibiotico doxiciclina fosse capace di eradicare le cellule staminali neoplastiche in otto diversi tipi di tumore, tra cui il carcinoma della mammella.
In seguito a questa scoperta si è proceduto alla sperimentazione, condotta nel Centro Senologico dell’Aoup diretto dalla professoressa Manuela Roncella.
I risultati della sperimentazione
I ricercatori hanno condotto lo Studio condotto su 15 donne affette da cancro al seno allo stadio iniziale.
Nel dettaglio, 9 pazienti hanno assunto l’antibiotico per i 14 giorni antecedenti l’intervento chirurgico, a una dose giornaliera standard di 200 mg. Le altre 6 pazienti al contrario, sono state sottoposte direttamente a terapia chirurgica.
Confrontando i risultati tra i due gruppi, rispettivamente tra il tessuto tumorale della ago-biopsia preoperatoria e quello del pezzo chirurgico asportato, i ricercatori hanno osservato che le donne trattate con l’antibiotico dimostravano una diminuzione significativa nel marcatore di staminalità, compresa tra il 17,65 e il 66,67%.
Questi farmaci si sono rivelati efficaci contro questo tumore perchè oltre ad avere un effetto specifico sui batteri, distruggono anche i mitocondri che si possono definire come le centrali energetiche delle cellule.
Se è possibile inibire il metabolismo mitocondriale, è dunque possibile eradicare le cellule staminali neoplastiche, molto ricche di mitocondri, che danno origine al cancro e rappresentano la causa di recidive.
Visto che i risultati ottenuti sono molto promettenti, gli scienziati contano di effettuare nuovi test attraverso l’arruolamento di nuove pazienti.